Touch for health

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Touch for health (TFH) è una tecnica corporea, fondata da John F. Thie, che unisce alcune ac­quisizioni mediche occidentali a quelle orienta­li, dalla chiropratica all'agopressione. Si basa esclusivamente su interventi manuali, individua e corregge gli eventuali squilibri energetici pre­senti negli organi, nei muscoli e in altre struttu­re corporee. È un metodo tramite il quale è possibile individuare la causa dello squilibrio dell'energia gra­zie a un test della velocità di risposta del muscolo: la lentezza di risposta di determinati muscoli rivelerà la “Un tocco p4 causa dello squilibrio”. Si è rivelato essere utile per liberare dal dolore, dallo stress, dall'instabilità emoziona­le, dai dolori vertebrali, dall'emicrania, dall'insonnia, come pure risulta valido quale metodo di verifica per le intolleranze ad alimenti e bevande, così come per le carenze alimentari, per i disturbi dei muscoli e per gli squilibri nascosti dell'energia vitale del corpo.

 

A che cosa servono i muscoli?

Normalmente si è abituati a pensare ai muscoli uni­camente come a motori che, con la potenza sviluppa­ta dalla loro forza contrattile, modificano l' orienta­mento degli organi scheletrici e ne mantengono la po­stura, ma i muscoli sono molto di più. Si è anche soliti considerare che lesioni fisiche del muscolo, dei tendini o delle strutture fasciali interferiscano chiaramente con la loro funzione, creando dolori e inabilità, così come è anche chiaro che lesioni di tipo neurologico impediscono la funzione musco­lare ottimale, allo stesso modo in cui le cicatrici ne di­sturbano l'efficienza. Tuttavia, esistono moltissimi altri fattori che possono modificare la velocità di ri­sposta e l'efficienza nella prestazione muscolare: i fu­si neuromuscolari agiscono come traduttori, vale a di­re trasferiscono disorganizzazioni provenienti da al­tri sistemi (organico, emotivo, mentale e bioenergetico) in una maggiore o minor velocità di risposta durante la contrazione. I fusi neuromuscolari sono re­cettori presenti all'interno dei muscoli che ne registrano la tensione e le variazioni di movimento e re­golano di conseguenza il tono del muscolo e le va­riazioni nel reclutamento di quantitativi diversi di unità miotatiche.

 

Il cosiddetto riflesso di stiramento, di competenza dell’arco riflesso del primo motoneurone, fa sì che il mu­scolo, quando stirato, si contragga per mantenere la tensione che gli è necessaria a compiere il gesto che sta compiendo. Per esempio se si è in piedi e ci si sta sbi­lanciando verso il lato sinistro, i muscoli del lato destro del corpo saranno stirati, i fusi neuromuscolari invie­ranno un messaggio al motoneurone presente nel mi­dollo spinale, il quale a sua volta trasmetterà un mes­saggio ai muscoli del lato destro del corpo affinché aumentino il loro grado di contrazione e bilancino il diseger a sa ute .,., quilibrio. Questa reazione può avvenire in modo immediato o rallentato, poiché è controllata e modulata dai centri cor­ticali e sottocorticali, i quali a loro volta raccolgono tut­te le elaborazioni provenienti dai vari sistemi corporei.

 

Ma qual è il sistema che disorganizza il muscolo?

Attraverso il TFH si possono comprendere in modo inequivocabile le relazioni tra muscoli e organi inter­ni, tra muscoli e alimentazione, tra muscoli e emozioni, tra muscoli e sistema energetico e molto altro ancora e questa tecnica fornisce strumenti e strategie di rie­quilibrio semplici, precise, immediatamente efficaci e durevoli nel tempo.

Goodharth, chiropratico americano fondatore del­la kinesiologia (di cui il TFH costituisce uno degli ap­procci) ha dimostrato che ogni muscolo è collegato a un numero preciso di strutture. Per esempio i musco­li pettorali clavicolari sono collegati allo stomaco e al­le sue funzioni, con precisione al meridiano dello sto­maco della medicina cinese; da un punto di vista emo­tivo, sono legati alla capacità di gestire e contenere lo stress quotidiano. Il muscolo sartorio inve­ce è collegato alle ghiandole surrenali, al meridiano del triplice riscaldatore e - dal punto di vista emotivo - al­la capacità di mantenersi stabili e così via.

 

Valutando la velocità di risposta di ciascun muscolo è possibile sapere che il disequilibrio appartiene al­le strutture che gli corrispondono: ma quale di que­ste strutture rallenta la funzione muscolare? Grazie al­la stimolazione di appositi riflessi si è in grado di de­terminare con precisione qual è l'area causale. Per esempio se i muscoli flessori del collo sono "scari­chi" (termine kinesiologico per definire un muscolo con una velocità di risposta rallentata), questo squi­librio può essere dovuto a un problema strutturale del muscolo, dei seni paranasali, del meridiano dello stomaco, può essere legato alla difficoltà di gestire lo stress quotidiano eccetera; stimolando specifici riflessi (tratti per esempio dalle ricerche di Chapmann, Te­rence Bennet e altri ancora), è possibile sapere con estrema precisione se l'intervento dovrà essere ri­volto alla struttura del muscolo, all' organo, al meri­diano e via dicendo.

 

Una volta trovata la causa non resta che agire at­traverso le diverse tecniche che il TFH propone:

  • di riequilibrio della struttura del muscolo, agendo sui fusi neuromuscolari, sugli organi di Golgi, sull'o­rigine e sull'inserzione;
  • manuali che per via riflessa migliorano il nutri­mento e le difese degli organi interni;
  • di stimolazione e sedazione del sistema energetico, attraverso il lavoro sui meridiani della medicina cine­se e su specifici punti dei meridiani stessi;
  • di alleviamento dello stress.
  • Tecniche per ritrovare l'equilibrio

 

Un altro aspetto interessante del TFH è legato all'alimentazione. Il test kinesiologico degli alimenti permette di individuare quali alimenti disorganizza­no la funzione dei muscoli, togliendo loro energia, ma soprattutto permette di avere un riscontro immediato degli alimenti che migliorano la capacità di rispo­sta dei muscoli. Il TFH armonizza l'alimentazione con l'efficienza dei muscoli e del corpo nel suo in­sieme.

 

Lo stress emotivo disorganizza il sistema corporeo ­quando i muscoli rispondono in maniera "scarica" o rallentata, per via di un disequilibrio che proviene dal piano emotivo, vengono utilizzate tecniche di di­spersione dello stress, come l'ASE, tecnica molto semplice che unisce strategie immaginative a stimolazioni neuro­logiche dei lobi frontali, tecniche che utilizzano i suoni, i colori o la musica. Lo scopo è fare in modo che la situazione stressante che la persona sta viven­do o ha vissuto non si ripercuota sul sistema fisico ed energetico. Sicuramente non essere disorganizzati a livello fisico, organico, energetico quando si affron­ta uno stress permette di gestirlo in maniera più effi­cace.

 

Variazioni di contesto

Il sistema corpo-mente-emo­zioni risponde in maniera immediata alle variazioni del contesto in cui si trova: i muscoli rispondono più o meno rapidamente in funzione del contesto di vita in cui ci si trova. È, quindi, molto importante valuta­re la persona nel contesto specifico dove manifesta di­sequilibrio. Inoltre, il TFH insegna come fare per con­testualizzare i test insegnando a lavorare su traguar­di, ponendosi specifiche mete il che permette alla persona di ottimizzare le proprie prestazioni in qual­siasi campo. Per esempio se la persona manifesta uno squilibrio principalmente quando svolge una spe­cifica attività sportiva ci si porrà come traguardo l' ot­tenimento della prestazione desiderata facendo il te­st nel contesto di quell' attività. Il test mostrerà squi­libri che in altri contesti non si sarebbero evidenziati, permettendo di apportare correzioni mirate. Un altro aspetto importante del lavorare su precisi tra­guardi è quello di spostare l'attenzione dal sintomo al potenziale: la maggior parte degli approcci terapeu­tici è rivolta all’eliminazione dei sintomi, ma ponen­do l'attenzione su essi alle volte il risultato è quello di aumentarli. I sintomi nascondono dei potenziali ine­spressi; inoltre, lavorare su traguardi permette alle per­sone di ottimizzare le energie per effettuare cambia­menti che armonizzano la loro vita.

 

Nel TFH si utilizza un approccio educativo, in contrapposizione all'approccio terapeutico classi­co: in questo tipo di approccio il paziente si affida, delegando il proprio stato di salute; l'approccio del TFH prevede che le persone vengano coinvolte e re­sponsabilizzate nella definizione del traguardo o potenziale inespresso da manifestare, siano costan­temente informate e chiamate in causa per elabora­re i dati raccolti con il test muscolare e responsabi­lizzate nella pratica delle stimolazioni e degli eser­cizi che si rivelano utili per ottenere i risultati desi­derati. Si tratta di un costruttivo rapporto di colla­borazione che si instaura tra l'operatore, che si fa strumento mettendo tutte le sue competenze a di­sposizione, e la persona che partendo da un bisogno trova un obiettivo verso il quale coinvolgersi con en­tusiasmo e lavorare.

 

Silvia Volante

Fisioterapista. Osteopata

Torino